Non credere a chi cerca di convincerti che le parole sono tutto, che le abilità linguistiche ti apriranno chissà quali porte e/o ti renderanno super-uomo (o super-donna).

Certamente saper pensare e parlare adeguatamente ti rende la vita più facile per certi aspetti, ma non  può sostituire quel significato che va ben oltre le parole. Quando faccio coaching, per quanto sappia lavorare con le parole, scelgo come prima cosa di guardare chi ho di fronte col cuore. E provo a immaginarlo da bambino, quando – come la Volpe del Piccolo Principe – era ancora una creatura non-addomesticata.

Perché è il cuore di bambino che guida il desiderio di espressione che hai dentro di te.

Ci sono momenti in cui la parte più profonda di te, vive felice oltre la dimensione del pensiero. E quel traguardo è alla tua portata anche per il resto del tuo tempo.

Momenti fatti di puro, totale, INCONTAMINATO SILENZIO.

Dove non c’è bisogno di impressionare nessuno, neppure te stesso. E dove nascono le migliori intuizioni e slanci esistenziali.

Mi piace ricordare un detto: “la mente è un ottimo servitore e un pessimo padrone”.

Lo stesso vale per le parole. Sono al tuo servizio? sempre. Decidono chi sei e cosa devi fare? Mai.

Dietro a bolle di sapone
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